Riccardo Taverna
Comunicatore, esperto di sostenibilità aziendale, studioso della reputazione, “grande ascoltatore” e dialogatore.
Prospero Dente, il direttore della rivista “iN” di lui ha scritto che “nel suo lavoro parla tantissimo ma, soprattutto – e questa è la grandezza – ascolta tantissimo”.
È convinto che il benessere oggi sia il risultato degli sforzi comuni e non della somma degli sforzi dei singoli. Territorio e reti di imprese sono il modello a cui puntare. Quindi, il coinvolgimento nella vita dell’azienda di tutte le parti interessate è la piattaforma irrinunciabile per massimizzare la creazione del valore. Ascoltare attentamente i dipendenti, i fornitori, il territorio e tutti i soggetti che influenzano la capacità dell’azienda di raggiungere i suoi obiettivi, non è solo un modo di fare impresa ma un paradigma da interiorizzare, una rivoluzione che va ben oltre la “quota di mercato”.
“Dipende dall’idea di impresa. Se l’imprenditore o il manager pensa l’azienda come un sistema chiuso è fuori dal tempo e, in futuro, dal mercato. Se pensa che sia un sistema aperto, fatto di relazioni, l’azienda si umanizza e il potenziale che ha da esprimere ha il solo limite della sua immaginazione”.
Ha scritto numerosi articoli sulla sostenibilità e la partecipazione. E le sue riflessioni sono pubblicate sul suo blog www.sustainabilitysentiment.WordPress.com.
È un cittadino del mondo. Ha passato l’infanzia in Nordafrica, in Libia, della quale ricorda la meraviglia e ha studiato nelle scuole inglesi dove ha conosciuto ragazzi e ragazze di tutto il globo.
“Ho imparato a riconoscere la ricchezza di chi è diverso da me”.
Tuttavia ama profondamente l’Italia.
“Anche perché abbiamo qualcosa in comune. Siamo entrambi sgarrupati. Ma se ce la faccio io, ce la può fare l’Italia a maggior ragione… con tutta la bellezza che ha…”
Ha visto un sud che “sa lavorare, anche duramente”. A Siracusa, “insieme a un manipolo di uomini di buona volontà” ha cominciato un processo di cambiamento nella gestione dell’acqua, un bene comune. Facendo partecipare gli utenti alla soluzione dei problemi.
“Per cambiare dobbiamo abbandonare le logiche che hanno creato il problema, cambiare paradigma”.
“Per aspirare a dare un contributo che sia durevole e significativo bisogna trasmettere agli altri tutto il proprio bagaglio di conoscenza”. Non rinuncia mai a partecipare a master, convegni o tavole rotonde. È docente di Sostenibilità e Governance della Sostenibilità e interviene ai corsi del Sole24Ore e dell’Università Cattolica.
Saggista. Ha scritto “Tutte le fortune” un libro autobiografico per raccontare il suo modo di affrontare la disabilità. Con umiltà, soprattutto, come ci tiene a sottolineare sempre, perché non si considera un esempio, e ironia.
“Non prendiamoci troppo sul serio, possibilmente un po’ in giro”, ripete spesso.
Si perché a 23 anni è stato colpito dalla CIDP, una malattia neurologica degenerativa invalidante. A 48 gli è stato diagnosticato il Parkinson. Tre mesi dopo è stato colpito da un infarto. Nonostante tutte queste fortune, ogni giorno rinnova la sfida.
“Sono perseguitato dal cambiamento… Da trent’anni devo adattarmi a una condizione fisica sempre meno efficiente. Per me il cambiamento non è una scelta. È una necessità. Ne ho fatto una professione. Aiuto le imprese a cambiare”.
Autore del blog autobiografico “www.badavoaibadanti.org”
È ambasciatore della città educativa di Siracusa.